Sette Anime
Titolo originale: Seven Pounds
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Regia: Gabriele Muccino
Cast: Will Smith, Rosario Dawson, Woody Harrelson, Michael Ealy, Barry Pepper, Robinne Lee, Joe Nunez, Bill Smitrovich, Elpidia Carrillo, Tim Kelleher, Gina Hecht, Andy Milder
Trama:
Ben è un uomo la cui vita è stata sconvolta da un drammatico evento di cui è il diretto responsabile. Logorato dai sensi di colpa, mette a punto un piano per poter tornare a dare un senso alla sua esistenza: entra allora nelle vite di sette persone, ma solo una lo porterà a riflettere su quanto sta facendo e, forse, a spingerlo a prendere una decisione definitiva.
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Premessa: con Muccino senior (perchè Muccino Junior neanche lo considero) ho un rapporto di amore-odio. Amore per il primo Muccino, quello di 'Come te nessuno mai', 'L'ultimo bacio' e 'Ricordati di me', picco forse di una carriera che con la svolta americana ha cominciato ad essere più costruita su una certa nomea che su un vero merito. Ma questo è il prezzo dell'italianità cui apparteniamo, quella che dopo essere stata maestra di cinema negli anni del neorealismo, ora insegue il mercato americano e inneggia ai suoi 'pionieri' che riescono, in qualche modo, a far breggia nel patinato mondo di Hollywood. E Muccino rientra nella categoria dei 'miracolati', di quelli che fanno breccia proprio grazie a una marcata italianità cui però rinunciano presto, per adagiarsi su schemi più consoni al cinema americano piuttosto che osare.
Era già successo nel primo film 'made in Hollywood'di Muccino, con quella ricerca di felicità, quel sogno americano del 'se vuoi qualcosa prendilo e basta', dell'America dove tutti possono tutto del nuovo presidente nero Obama. Semplice e bello, eppur a tratti banale, così come il modo di raccontare del regista italiano che si era tuffato in un modo di pensare tutto americano, mentre con 'Ricordati di me' si divertiva a massacrare e distruggere anche le più ferme certezze.
E si ripete anche in 'Sette anime' (la cui traduzione italiana non da' merito al titolo originale, ovvero le 'Sette libbre' di Shakesperiana memoria quando nel 'Mercante Di Venezia' veniva richiesta una libbra di carna umana per pagare il debito contratto e inesigibile).
Film bello e toccante, lento - e qui c'è l'hurrà per il ritorno del figliol prodigo Muccino - e a tratti angosciante, eppure a mio parere immerso in un contesto non consono al regista italiano.
E' positiva, comunque, la volontà di osare presentando una serie di argomenti a dir poco scottanti - suicidio, donazioni di organi - nonchè certe scelte registiche a volte forse fastidiose e abusate, ma che comunque donano alla pellicola una profonda sensibilità, un occhio indiscreto e non invasivo quasi come quello di Ben, affacciato alla camera di Emily (una straordinaria Rosario Dawson).
Ecco il pregio di Muccino e allo stesso tempo, il suo difetto: quello di dare solo piccoli tocchi della sua presenza, leggeri segni distintivi che arricchiscono un film che però cammina sulle proprie gambe e su quelle di Will Smith, senza dare firme incisive. C'è uno sguardo sensibile ma distaccato alla disperazione di Ben per le sue colpe, al tormento che per tutta la pellicola viene trasmessa, parallelamente alla maturazione delle sue scelte bruscamente scosse dall'incontro con la bella e sfortunata Emily, ma asettico quanto le stanze di ospedale dove Ben trascorre molto del suo tempo.
Ma in 'Sette Anime' (che a tratti ricorda, anche se vagamente, una delle sottotrame di '21 Grammi') troviamo comunque splendide interpretazioni, a partire da Smith finendo per la (mi ripeto) straordinaria Dawson, passando per Woody Harrelson, e la sensazione che l'America premi i talenti nostrani quando vi è qualità, e che di certo Muccino è un talento ma non un genio.
Di sicuro non per passare una serata in spensieratezza, e preparate gli addominali al pugno nello stomaco.
Voto 7